
Cos'è una masseria?
- 13/02/2025
Alla scoperta delle strutture tipiche pugliesi
La masseria (detta anche massarìa o massirìa) è un insieme di edifici rurali adibiti ad abitazioni, ricovero animali e supporto per i titolari di aziende agricole tipiche dell'Italia meridionale. Il termine deriva dalla parola massaru - reso in italiano come massaro o massaio - che era la persona titolata ad "ammassare" le annone.
La parola può indicare anche le "masserizie" (suppellettili, mobili, attrezzi di uso agricolo e pastorale, addobbi, arredamenti, depositi granari, depositi di alimenti per le persone e per gli animali) che venivano conservate e protette all'interno di grandi, tipiche costruzioni in pietra e/o in mattoni, dove vivevano imprenditori agricoli, proprietari di aziende agricole, contadini e pastori. Alcune, di proprietà di famiglie di origine nobiliare e di censo elevato, erano anche fortificate e munite di cinte murarie e torri difensive.
Storia
La nascita della masseria fu spesso un prodotto della colonizzazione baronale di vaste aree interne abbandonate e incolte, negli anni tra il XVI secolo e il XVIII secolo, quando la Spagna, per approvvigionarsi dei cereali, concedeva la licenza di ripopolamento ai nobili del Regno delle Due Sicilie, i quali arrivavano a fondare perfino dei veri e propri villaggi nei dintorni della costruzione originaria.
Con le famiglie borghesi le masserie raggiunsero un maggiore livello di espansione e di produttività agricola o pastorale. In seguito, specie nelle zone più ricche e dove l'agricoltura più fiorente permise ai proprietari di recarvisi in vacanza, iniziarono a trasformarsi progressivamente fino ad assumere la dignità di “villa” o “casino di campagna”. In Puglia, in particolar modo in Valle d'Itria e nelle campagne delle provincie di Taranto, Bari, Brindisi, Lecce , nelle zone di tradizionale uso agricolo, sono sopravvissute al tempo tali costruzioni di notevole volume ed estensione spesso in abbandono, ma sempre più frequentemente restaurate e riutilizzate come aziende agrituristiche.
A partire dagli anni novanta del Novecento si è diffuso il recupero di alcune di queste masserie storiche che vengono ristrutturate per adibirle a strutture per eventi, agriturismi e bed and breakfast. In tal modo si raggiunge anche l'importante obiettivo di garantire la salvaguardia e la conservazione di tali storici monumenti.
Struttura
Costituiva l'espressione di un'organizzazione economica legata al latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava anche le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, spesso, anche dai proprietari terrieri, ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, le stalle, i depositi per i foraggi e i raccolti, i locali per la lavorazione dei prodotti.
La masseria ripropone lo schema della casa con corte agricola di tradizione mediterranea; di questa ha in comune quasi sempre il recinto, costituito da un muro alto e fortificato, e un unico ampio spazio centrale (corte o cortile) anche con funzione di aia, su cui si affacciano gli ingressi dei vari edifici di residenza e lavoro.
Una porta grande d'ingresso sbarrata da un robusto portone permetteva l'accesso al grande cortile anche alle carrozze e ai carriaggi da trasporto. In genere una parte dell'edificio a scopo abitativo aveva uno o più piani alti nei quali abitava il "padrone" e la sua famiglia. I piani bassi erano adibiti all'uso abitativo dei contadini e come depositi delle provviste e dei foraggi. Altri locali servivano come stalle e per il deposito degli attrezzi da lavoro e come ricovero di carrozze e carri agricoli. Il forno e le cisterne per la raccolta dell'acqua piovana permettevano la completa indipendenza da paesi e villaggi. Nelle masserie più importanti era presente anche una piccola chiesa.