Associazione Distributori e Noleggiatori di Beni Strumentali

Mercato del noleggio: per il 76,9% delle aziende intervistate il digitale è la strategia su cui puntare Ampliamento servizi web, nuove forme e sistemi di comunicazione: per le imprese del noleggio al primo posto c’è il digitale come la strada nella quale muoversi per la ripartenza

Mercato del noleggio: per il 76,9% delle aziende intervistate il digitale è la strategia su cui puntare

Ampliamento servizi web, nuove forme e sistemi di comunicazione: per le imprese del noleggio al primo posto c’è il digitale come la strada nella quale muoversi per la ripartenza

Monitorare il mercato è un’attività ancora più importante oggi che stiamo vivendo un periodo totalmente inedito. Lo sa bene Assodimi che questa settimana ha presentato la seconda analisi di mercato, dedicata al comparto noleggio.

Vedi qui la prima indagine.

La nuova indagine è stata fatta dal 4 al 14 maggio, i dati si basano sui 91 questionari compilati da altrettante aziende del settore, di varie dimensioni e provenienze, associate Assodimi. A curare la ricerca il gruppo Smart Land.
Il pubblico è stato coinvolto anche durante la presentazione dei dati quando, tramite un’app, è stato chiesto ai partecipanti di descrivere l’attuale momento con 3 parole ciascuno.
Le più utilizzate sono state:

incertezza, cambiamento, opportunità, ripartenza

La foto in altro riprende proprio la visualizzazione grafica dell’intervista digitale fatta in tempo reale.

Federico Della Puppa di Smart Land, che ha presentato i dati, ha spiegato come le 4 parole emerse siano ben rappresentative per riassumente efficacemente i dati risultati dall’indagine. “Il tema del cambiamento è centrale in tutte le strategie – ha commentato – ma dobbiamo pensare anche al cambiamento in modo diverso. Dobbiamo passare dal concetto di resilienza (cambiare per restare adattati al mercato) al concetto di metamorfosi”.

Miglioramento generale dei tempi delle commesse

Un primo segnale positivo portato alla luce dall’analisi è rappresentato da un miglioramento generale dei tempi delle commesse. Analizzando i mesi di lavoro assicurati dalle imprese di costruzioni, si nota un allungamento dei tempi. Ciò significa che le imprese hanno, in linea generale, un’attività assicurata di 12 mesi quindi, nonostante il blocco, la ripartenza è piuttosto assicurata.

Fatturato

Nel bimestre marzo-aprile 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’87,9% delle aziende intervistate ha registrato una diminuzione di fatturato. Il 7,7% ha registrato un aumento; fatturato stazionario per il restante 4,4% delle aziende.

La diminuzione del fatturato è stata registrata per tutte le categorie di imprese. Da notare però che il 100% delle aziende della classe con minor fatturato (fino a 1 milione di euro) ha dichiarato fatturato in diminuzione.
A prescindere dalla grandezza dell’azienda, poco più del 60% delle aziende che ha rilevato la diminuzione, ha avuto una diminuzione di fatturato che oscilla tra -25% e -75%.

Attività esercitata

Nonostante aprile sia stato un mese di blocco, il 73,6% delle imprese sono riuscite a praticare attività di noleggio. Anche qui più le imprese con maggiore fatturato sono quelle che sono riuscite a lavorare di più.
I settori che hanno avuto un impatto, seppur negativo, ma minore sono quelli legati alla logistica: carrelli elevatore e nolo verde.

Scenari per il futuro

La ricerca ha indagato anche il “sentiment” delle aziende che sappiamo essere importantissimo in queste analisi. In fondo gli imprenditori fanno le loro scelte anche in base alle loro percezioni e sensazioni riguardo al mercato.
Circa Il 90% degli intervistati ha dato segnali di ottimismo, affermando di aver percepito all’inizio di maggio segnali di ripartenza (il 30,8% in maniera rilevante, il 61,5% li ha definiti ancora limitati).
Le aziende hanno invece affermato di rilevare poca positività da parte dei clienti. Un atteggiamento che si potrebbe collegare all’incertezza generale, al continuo rimando delle direttive da parte del Governo che si è vissuto in maniera particolarmente pesante proprio nel periodo di questa ricerca.

Business futuri

In gara con servizi e vendita, il noleggio risulta essere il business a cui viene data maggiore importanza per il prossimo futuro. Una consapevolezza che accomuna tutte le tipologie di azienda, segno che anche le aziende più piccole iniziano a considerarlo un’attività strategica.

All’interno dell’inchiesta sui business futuri (il 59,3% delle aziende ha in mente di introdurre cambiamenti nelle strategie aziendali) spiccano web e comunicazione (marketing e promozione).

Per il 76,9% delle aziende intervistate infatti, il digitale è un cambiamento strategico su cui investire. Questa percentuale si compone di vari interventi:

  • 27,7% Ampliamento servizi web
  • 24,6% Nuove forme di comunicazione
  • 24,6% Nuovi sistemi di comunicazione

Al primo posto quindi c’è il digitale come la strada nella quale muoversi per la ripartenza.

Leggi anche il nostro approfondimento per scoprire gli strumenti digitali a disposizione delle aziende: Ripartire dal web digitalizzando i punti di forza, non solo i problemi.

Effetto lockdown

Oltre all’analisi del mercato noleggio, la presentazione ha anche proposto l’analisi di alcuni scenari futuri, con l’aiuto degli studi CERVED. Ciò che ne è emerso è che la ripresa non sarà rapida. Secondo gli scenari delineati, il fatturato delle imprese non riuscirà a recuperare neanche nel 2021 le perdite avute quest’anno.

Due i principali scenari delineati: uno base e uno pessimistico. Ecco cosa prevedono:

Scenario base

In uno scenario di rapido rientro dell’emergenza, le imprese italiane perderebbero il 7,4% dei propri ricavi nel 2020, per poi riprendersi nell’anno successivo, in cui è previsto un aumento del 9,6%. Questo riporterebbe i fatturati di nuovo oltre i livelli del 2019. Rispetto a uno scenario senza epidemia, la perdita sarebbe comunque molto rilevante, pari a 220 miliardi nel 2020 e a 55 miliardi nel 2021.

Scenario pessimistico

Nel caso di durata prolungata dell’emergenza, la caduta dei ricavi per le imprese nell’anno in corso sarebbe molto consistente, pari al 17,8%. Questo equivarrebbe a una perdita di 470 miliardi rispetto a uno scenario senza epidemia, in base al quale i ricavi sarebbero aumentati dell’1,7% nel 2020. Nel 2021 si prevede un rimbalzo, con un aumento dei ricavi del 17,5%, insufficiente a recuperare i livelli del 2019 e con un’ulteriore perdita di 172 miliardi rispetto allo scenario tendenziale.

Fonte: TCEmagazine

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