Associazione Distributori e Noleggiatori di Beni Strumentali

Noleggio a marzo: il 60% delle imprese ha perso oltre il 25% del fatturato del periodo Recupero possibile se si riparte a maggio

Noleggio a marzo: il 60% delle imprese ha perso oltre il 25% del fatturato del periodo

Recupero possibile se si riparte a maggio

Quasi un centinaio gli utenti connessi, il 15 aprile, al webinar organizzato da Assodimi.

Scopo dell’appuntamento: indagare l’andamento del settore noleggio, durante il Covid-19, con il supporto dei dati raccolti da SmartLand.

“Dopo i primi 2 mesi del 2020 con indici di penetrazione importanti, cerchiamo di capire cosa è successo a marzo” ha spiegato Marco Prosperi Direttore Assodimi, introducendo l’intervento di Federico Della Puppa, di SmartLand. Della Puppa ha presentato dati recentissimi, frutto di un’inchiesta sul campo, fatta proprio a fine marzo. Prosperi ha anche anticipato che ci sarà un’altra indagine a maggio, al fine di monitorare il settore.

Iniziative di questo tipo infatti, sono utili per capire il futuro e cosa aspettarsi dai prossimi eventi, ma sono essenziali anche per guidare le aziende nelle decisioni del momento.

LA TRASVERSALITÀ DEL NOLEGGIO
I noleggiatori hanno a che fare con tanti settori diversi, alcuni più importanti di altri, ma le filiere sono molto intersecate. Questo aspetto, che è sempre strato un punto di forza del noleggio, rischia di avere oggi un rovescio della medaglia piuttosto amaro. Oggi infatti il blocco sta interessando tutti i settori, ciò significa, per i noleggiatore, avere a che fare con tanti settori in difficoltà.

L’INADEGUATEZZA DELLA GESTIONE DELLE APERTURE TRAMITE CODICI ATECO
La scelta di gestire aperture e chiusure secondo codici ATECO, rischia di burocratizzare il momento, in un modo che non rappresenta l’operatività della nostra economia. Questo è tanto più lampante se vissuto in un settore come quello del noleggio (trasversale), dove si capisce che, impedire ai noleggiatori di lavorare, significa togliere servizi importanti a imprese operative. Un ragionamento per singoli settori rischia di allungare i tempi di comprensione e gestione del momento.

L’analisi di SmartLand
L’analisi è stata fatta sottoponendo alle aziende del settore un questionario. I dati fanno riferimento ad un valore pari a circa un quarto dello scenario complessivo. Un valore molto significativo.

Come abbiamo anticipato, prima dell’arrivo del Covid-19 il settore era caratterizzato da previsioni positive, le aspettative erano di un andamento uguale o migliore rispetto al 2019. In effetti nei primi due mesi del 2020 le cose stavano andando molto bene.

Bisogna però tenere presenti degli aspetti che caratterizzavano il mercato pre coronavirus in Europa. Il virus è arrivato in un mercato già di suo instabile, debole, altalenante, che da pochissimo aveva dato qualche cenno di positività:

L’economia era già in rallentamento in tutta Europa.
L’Italia è sempre un po’ più indietro del resto d’Europa. Se l’Europa cresce poco, l’Italia cresce meno
Con fatica, ma il settore edile in Europa si stava comunque riprendendo
La leggera ripresa aveva influito sul clima di fiducia nei costruttori
Oltre il 60% delle imprese hanno perso dal 75% al 25% del giro d’affari del periodo.
Dai questionari è emerso che, il primo bimestre 2020 stava andando molto bene.

I primi due mesi del 2020 facevano intravedere un notevole aumento del fatturato con il 52% delle aziende che denotavano un mercato in aumento (16,5% con aumenti dal 10% al 25% e 12,7% con incrementi dal 25% al 50%). La situazione si accentua ulteriormente se si suddivide per classi dimensionali, per quelle oltre i 5 mln di fatturato ben il 60% dei rispondenti vedeva il mercato in incremento.


Variazione fatturato marzo 2020
Dal mese di marzo la variazione del fatturato è stata negativa per oltre 80% degli intervistati con il 26,6% che ha visto decrementi tra il 25% e il 50% e il 25,3% che ha riscontrato decrementi tra il 50% e il 75%. Con questi numeri è naturale vedere un 72% degli intervistati che si dice preoccupato per il futuro.

I dati dimostrano che il settore del noleggio, più è strutturato, più è in grado di crescere. L’organizzazione e la strutturazione delle imprese si confermano quindi fattori vantaggiosi per la competitività.

Il blocco di marzo infatti ha inciso in particolare sulle aziende meno strutturate, in balia delle dinamiche di mercato.

Ciononostante, nel noleggio, proprio in virtù della sua presenza trasversale, soffrono di più (rispetto ad altri settori), anche le aziende più strutturate. Questo perché nel momento in cui si ferma l’economia, si ferma anche il noleggio. Il noleggio vive molto della dinamica complessiva.

Vediamo di seguito qualche percentuale che ci chiarisce quanto, secondo gli intervistati, hanno risentito del blocco i diversi settori del nolo.

Noleggio Piattaforme ha risentito: molto per l’88,7%, poco per l’11,3%
Noleggio Gru ha risentito: molto per l’85,7%, poco per l’14,3%
Noleggio Trasporti ha risentito: molto per l’78,1%, poco per il 21,2%, per niente 3%

Come le imprese hanno affrontato la crisi
L’analisi di questo aspetto ha evidenziato come, all’incrementarsi della dimensione dell’impresa, si incrementi anche la percentuale di chi si pone domande e cerca strategie.

Il 19% degli intervistati ha dichiarato di non aver fatto un’analisi dell’impatto potenziale dello stop sulla propria attività. I restanti questa riflessione l’hanno invece fatta e, nel 36,7% dei casi, hanno anche dichiarato di avere allo studio delle strategie di reazione.

Interessante è che, anche nella chiusura, le aziende hanno mantenuto i servizi a richiesta.

Il settore del noleggio di beni strumentali si è organizzato con un 17,7% di aziende completamente chiuse, un 50,6% chiuse con servizi a richiesta e un 30,4% aperti ma in modalità ridotta.

Gestione degli insoluti
La maggior parte delle imprese (6 su 10) ha riscontrato un rilevante aumento di insoluti. Nel mese di marzo sono aumentati notevolmente con un 33% delle aziende che vede un aumento della mancata riscossione tra il 10% e il 30% e un 28% che vede salire tale mancanza tra il 30% e il 50%.

A tal proposito Mauro Brunelli, presidente Assodimi, ha invitato gli associati a “fare squadra” segnalando all’Associazione i cattivi pagatori. Questo per consentire ai colleghi di difendersi, frenando anche il diffondersi di pratiche pericolose per la salvaguardia di un mercato sano.

Scenari per il futuro
Tutti i dati raccolti sono stati anche una base per ipotizzare degli scenari per il futuro.

Secondo l’analisi condotta da SmartLand, dobbiamo pensare che se si blocca il 70% dell’attività, l’impatto porta ad una perdita complessiva di 180 milioni di giro d’affari complessivo sul settore.

Si ipotizza che, se ci sarà una ripartenza all’inizio di maggio, sarà possibile pareggiare lo scorso anno e recuperare le perdite.

Se lo stop si prolungherà, inficiando tutta l’economia, il rallentamento si farà più significativo. Le prospettive possono cambiare, anche perché i fattori in gioco sono molti, e non sono legati solamente alle singole capacità dell’impresa.

Le prospettive per il prossimo periodo dipenderanno moltissimo dalla durata di questi blocchi, al congresso dei noleggiatori Assodimi di ottobre 2019 le previsioni per quest’anno erano di una crescita media del 10%. Se il mercato risulterà operativo da maggio questa crescita sarà attenuata fino a scendere al 1.5% ma se il blocco durerà fino a fine giugno avremo un decremento del mercato del 4%.

 

Fonte: TCEmagazine

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